Che cosa c’è dietro la scelta del nome di Papa Leone XIV: la questione sociale è sempre più attuale, secondo il nuovo Pontefice.
Quando il neoeletto Papa Leone XIV ha annunciato il nome scelto per il suo Pontificato, il mondo ha compreso subito che dietro questa scelta c’era una forte presa di posizione: in molti hanno visto un ritorno al passato, con un nome che apparteneva a tempi ecclesiastici che furono, invece c’era da parte del nuovo Pontefice la necessità di innovare e di rispondere ad alcune tematiche contemporanee.

Per comprendere la scelta del cardinale Robert Prevost di un nome da Papa così impegnativo, va fatto un grosso passo indietro: a più di un secolo dalla storica Rerum Novarum di Leone XIII, che affrontò le diseguaglianze generate dalla Rivoluzione Industriale, il nuovo Pontefice ha evocato intenzionalmente quella memoria, ma la sfida è anche più interessante.
Perché Papa Leone XIV ha scelto di chiamarsi così
Infatti, oggi occorre affrontare una trasformazione forse ancora più profonda: l’avvento dell’Intelligenza Artificiale. Primo Papa proveniente dal Nord America, Leone XIV ha subito chiarito la direzione: se il suo predecessore nel nome e nel numero puntava l’indice contro lo sfruttamento degli operai, la nuova questione sociale riguarda un sistema guidato dagli algoritmi.

Il nuovo Papa è netto nel sottolineare che “l’IA deve servire l’umanità, non sostituirla”, e se non fosse chiaro il Pontefice ha parlato di un caso eclatante in cui la macchina ha sostituito completamente l’uomo e gli operai sono rimasti a casa. Non solo critica, ma anche progettualità: oggi occorre una visione etica dell’innovazione, in cui la tecnologia sia al servizio del bene comune.
Nessuno, nemmeno il Pontefice, crede che l’automazione non possa essere controllata e rendere un servizio per il miglioramento dell’umanità, ma il rischio è quello di un progresso che esclude i più fragili, lasciando indietro chi non possiede strumenti per affrontarlo. L’Intelligenza Artificiale, insomma, deve avere un’anima sociale, attraverso un uso dei dati non finalizzato al profitto ma al benessere collettivo.
Un nuovo patto sociale digitale proposto dal Pontefice
Dicevamo che il Pontefice non si limita alla critica: Papa Leone XIV propone un nuovo patto sociale digitale, che metta realmente al centro l’uomo, la condivisione responsabile dei dati e la collaborazione con le università, custodi di saperi e motori di una ricerca pubblica libera, spesso all’origine degli algoritmi oggi utilizzati. Nella direzione tracciata dal Papa vanno già alcune scelte fatte a livello europeo.

Insomma, il nuovo Papa – scegliendo questo nome – sembra volerci dire che l’IA deve potenziare l’umano, non soppiantarlo. Solo mantenendo etica, equità e umanità al centro del dibattito potremo davvero affrontare la sfida del nuovo millennio, e questo vale per tutti gli ambiti, a partire dall’istruzione scolastica. Non è solo una questione di tecnologia, ma di vivere insieme nel quotidiano.